10/03/21

Un bacio a mezzanotte di Rin Mikimoto

 

Questa favola moderna di Mikimoto Rin è arrivata al suo Happy ending e io tornerei indietro e la rileggerei da capo perché come spesso diceva Kaede di Hinana nelle pagine del manga:

è "troppo carina!!"

 
Trama:

Hinana è una brillante studentessa che gode della stima di tutti, e nessuno sospetta che il suo più grande desiderio sia vivere una storia d’amore da favola. Il giorno in cui il bellissimo attore Kaede Ayase capita nella sua scuola per le riprese di un film, la sua monotona quotidianità viene improvvisamente sconvolta, 
e ha inizio per lei una vita da vera Cenerentola... o forse no?
 

 
Shoujo manga come questo ogni tanto sono "una boccata d'aria fresca", un intrattenimento leggero, una storia che si rifà ad una delle fantasie che molti adolescenti ( e non solo ) hanno avuto almeno una volta nella vita: incotrare il cantante o attore che gli piace e perchè no avere una storia d'amore con lui.
Io da ragazzina ci scrivevo su dei piccoli racconti cambiando i nomi ai tempi in cui compravo 'Cioè' 'Debby' 'Mattissimo' e attaccavo gli adesivi dei Duran Duran Nick Kamen Tom Cruise e Michael J. Fox sul diario. Molti venivano direttamente dai sogni che facevo.  E anche ora, che di anni ne sono passati parecchi, quella parte di me romantica e sognante ama leggere manga da favola. Un bacio a mezzanotte è proprio questo. E l'ho trovato divertente perché la Mikimoto ha voluto scalfire anche un pò l'immagine perfetta degli idol , attori e cantanti giapponesi in generale mostrandoli ( lei ne ha conosciuti qualcuno per documentarsi ) senza filtri. 

Ed è anche senza filtri che Hinana la protagonista si approccia con Ayase durante il loro primo incontro. Questo, essere trattato normalmente da lei, potendo mostrare se stesso,lo attrae, e nascerà una bella storia d'amore che sfocerà in matrimonio dopo diversi anni ( quindi più realistica come dinamica rispetto ad altri shoujo , pur partendo da una situazione che sembra surreale -  perché ci sono stati matrimoni tra star e persone comuni! ).

Interessante l'ambiente dei set, dei veri programmi tv ed eventi ( un po' come in Bugie d'amore ) e la vita stracolma di impegni di Kaede con dinamiche anche spiacevoli ( ricatti, foto rubate, scambi di favori, carriere stroncate sul nascere ) ma che penso siano reali anche quelle.
Perchè la protagonista sia meritevole della sua favola e si tifi ancora di più per questa Cenerentola moderna e il suo principe fragile è stato creato un background con drammi personali che lo rendono meno piatto e più coinvolgente nel voler vedere venire a galla verità, appianati dissapori e risolti i fraintendimenti per avere un "E vissero felici e contenti" davvero tutti.
Il disegno della Mikimoto ormai sfiora la perfezione nei dettagli anche se rimangono dei tratti

distintivi con alcune deformazioni, ma scene e situazioni sono molto realistiche.

Mi sono piaciute le caratteristiche più simpatiche e umane dei protagonisti, Hinana è determinata, seria, posata e graziosa, arrossisce, ma poi ha desideri e pulsioni sessuali normalissimi che esterna con un buffo candore a Kaede e la fa sembrare meno stereotipata e più vera perché non è possibile che tutte le ragazze negli shoujo siano vergognose e non esternino i loro desideri e curiosità specialmente alle prime esperienze.Stessa cosa per piccole perversioni e fissazioni, narcisismo e voglia di incarnare il cavaliere che protegge l'amata. Aspetti molto vari che hanno reso la lettura più divertente.

Per animi romantici e sognatori che vogliono allietare la realtà con leggerezza e storie da sogno a qualsiasi età.

 

Ora voglio vedere il live action, anche se avrei preferito un altro attore nella parte di Kaede, uno di questi è Toma Ikuta, che la Mikimoto ha preso in parte come modello per creare il personaggio. Lo vidi dal vivo a Roma quando nel 2013 ha partecipato al Festival internazionale del film avendo recitato in una pellicola di Takashi Miike. Stava benissimo in kimono!Ed è stato molto carino!^^
 
 





07/03/21

Manga del kokoro: Hot road di Tsumugi Taku


Finalmente il 2° volume di Hot road, portato in Italia da Dynit, è arrivato nelle fumetterie, e io lo scorso week-end l'ho letto tutto d'un fiato perché lo aspettavo con ansia.  Solo ora però ho avuto il tempo per raccogliere le emozioni e le impressioni, e cercare di trasformarle in parole per dedicargli un meritato post.


Ho conosciuto questo manga nel 2014 durante una mostra ( vedi post ) a Tokyo e mi incuriosì da subito il successo strepitoso che ebbe negli anni 80 in Giappone e l'importanza che gli era riconosciuta a distanza di circa trent' anni dalla sua pubblicazione in patria. M'informai sulla storia che raccontava e cercai il modo per leggerlo online. Però qualcosa mi faceva postporre la lettura perchè sentivo che ci voleva tempo e tranquillità per immergersi nel mondo di Kazuki e di Haruyama , in quei quasi tre anni di vita che li ha visti crescere, correre rischi e scoprire cosa vuol dire amare. Avevo ragione. 

Nel mentre lo scorso anno, dopo l'annuncio della pubblicazione italiana, ho guardato in streaming la trasposizione cinematografica ( vedi post ) e mi ha toccato e commosso moltissimo. Quanto il manga. 

Trama:

Kazuki Miyaichi odia la madre, che non si cura minimamente di ciò che avviene nella vita della giovane figlia, la ignora, pensa solo a se stessa e al suo amante. Kazuki non è stata voluta, è nata dal rapporto con un uomo che la madre odiava, ed ha sposato perché incinta, ora che il padre è morto, il rapporto tra le due diventa ancora più difficile. La ragazza è in preda al mal di vivere, perché sente di non essere amata da nessuno. Dopo un episodio di taccheggio finito male, Kazuki viene invitata da un’amica a conoscere Hiroko-san, la ragazza del leader dei "NIGHTS", una famigerata gang di motociclisti. Comincia così a frequentare gruppi di giovani che sciamano di notte per le strada della città. In quell'ambiente, tra risse e a gare a tutta velocità, di moto e auto, incontra e si scontra col teppista Haruyama. Il loro rapporto parte con il piede sbagliato, tra gli insulti, ma dietro quelle parole pesanti si cela l’amore… 

 

La trama potrebbe risultare poco originale a chi ha già letto shoujo, ma è lo stile della Tsumugi che fa la differenza e lo rende tutt'oggi così speciale. Non solo il tratto minimale con visi molto simili alle fattezze reali degli adolescenti giapponesi, ma anche le tavole costruite con più ariosità, tanta luce contrapposta all'oscurità quando è necessaria per descrivere l'emotività e le situazioni che vivono i personaggi, vignette aperte e paesaggi urbani che ci fanno essere proprio lì, in quella parte della prefettura di Kanagawa, nello Shōnan. E i flussi di coscienza con i pensieri di Kazuki espressi come fossimo lei e che trasmettono il suo disagio, la sua confusione, l'incertezza, la rabbia, la paura, l'incoscenza, tutto. 

 

E poi c'è la descrizione di un'ambiente che incuriosisce, quello delle Bōsōzoku ( 暴走族 ) , le gang di bikers che sin dagli anni 50 erano presenti in Giappone, sebbene il picco si ebbe proprio in quei primi anni 80. Le dinamiche vengono mostrate senza essere troppo opprimenti, ma ci sono. Risulta ben chiaro come funzionassero le cose, i contatti di alcuni con la yakuza, le droghe che giravano, l'incoscenza di molti gesti a partire dall'attraversare col rosso ai semafori fino all'affrontare soli le minacce di chi amava solo fare risse, le bravate più o meno gravi, i problemi con la polizia, la preoccupazione dei genitori e della comunità tutta, quanto disagio arrecassero. Si percepisce la pericolosità di quella vita che molti decisero di intraprendere, o in cui vi si ritrovarono invischiati invitati da amici, come risposta ad una condizione di disagio giovanile, soprattutto all'interno delle famiglie. Quello ero un modo per esprimerlo ribellandosi al mondo degli adulti che sentivano lontano e che o non li amava o non riusciva a capirli.


 

Taku Tsumugi sembra aver voluto raccontare questa storia sia per tornare indietro con i ricordi alla sua di adolescenza ( classe 1964,  lo era intorno alla fine anni 70 inizio 1980 ) che per trasmettere dei messaggi importanti. La sottocultura Bōsōzoku aveva il suo fascino, ma attraverso Hot road viene mostrata l'incoscienza di chi vi si approcciava e come si sottovalutassero certe situazioni rischiose che non solo potevano portare alla prigione, ma addirittura alla morte. Il messaggio principale secondo me è la cura che si deve avere per la propria vita e per quella di chi si ama. E la voglia di comprendersi, e lo sforzo di mettersi nei panni dell'altro. Ma Kazuki è troppo giovane, cresciuta senza un padre e con una madre che non sa comunicare con lei, pensa non sia desiderata, che sia di troppo. Il suo punto di vista è egoistico, ma anche la mamma ha le sue responsabilità. La capirà fortunatamente e inaspettatamente anche grazie a quello scapestrato di Haruyama. Haruyama che sembra non ascolti ma lo fa, che inizia a sentirsi fragile quando capisce che lei è importante per lui, e la cosa non gli piace. Che pur volendo continuare a fare il menefreghista ha a cuore il bene della ''sua donna'. Non dico di più per non svelare troppo.

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