07/03/21

Manga del kokoro: Hot road di Tsumugi Taku


Finalmente il 2° volume di Hot road, portato in Italia da Dynit, è arrivato nelle fumetterie, e io lo scorso week-end l'ho letto tutto d'un fiato perché lo aspettavo con ansia.  Solo ora però ho avuto il tempo per raccogliere le emozioni e le impressioni, e cercare di trasformarle in parole per dedicargli un meritato post.


Ho conosciuto questo manga nel 2014 durante una mostra ( vedi post ) a Tokyo e mi incuriosì da subito il successo strepitoso che ebbe negli anni 80 in Giappone e l'importanza che gli era riconosciuta a distanza di circa trent' anni dalla sua pubblicazione in patria. M'informai sulla storia che raccontava e cercai il modo per leggerlo online. Però qualcosa mi faceva postporre la lettura perchè sentivo che ci voleva tempo e tranquillità per immergersi nel mondo di Kazuki e di Haruyama , in quei quasi tre anni di vita che li ha visti crescere, correre rischi e scoprire cosa vuol dire amare. Avevo ragione. 

Nel mentre lo scorso anno, dopo l'annuncio della pubblicazione italiana, ho guardato in streaming la trasposizione cinematografica ( vedi post ) e mi ha toccato e commosso moltissimo. Quanto il manga. 

Trama:

Kazuki Miyaichi odia la madre, che non si cura minimamente di ciò che avviene nella vita della giovane figlia, la ignora, pensa solo a se stessa e al suo amante. Kazuki non è stata voluta, è nata dal rapporto con un uomo che la madre odiava, ed ha sposato perché incinta, ora che il padre è morto, il rapporto tra le due diventa ancora più difficile. La ragazza è in preda al mal di vivere, perché sente di non essere amata da nessuno. Dopo un episodio di taccheggio finito male, Kazuki viene invitata da un’amica a conoscere Hiroko-san, la ragazza del leader dei "NIGHTS", una famigerata gang di motociclisti. Comincia così a frequentare gruppi di giovani che sciamano di notte per le strada della città. In quell'ambiente, tra risse e a gare a tutta velocità, di moto e auto, incontra e si scontra col teppista Haruyama. Il loro rapporto parte con il piede sbagliato, tra gli insulti, ma dietro quelle parole pesanti si cela l’amore… 

 

La trama potrebbe risultare poco originale a chi ha già letto shoujo, ma è lo stile della Tsumugi che fa la differenza e lo rende tutt'oggi così speciale. Non solo il tratto minimale con visi molto simili alle fattezze reali degli adolescenti giapponesi, ma anche le tavole costruite con più ariosità, tanta luce contrapposta all'oscurità quando è necessaria per descrivere l'emotività e le situazioni che vivono i personaggi, vignette aperte e paesaggi urbani che ci fanno essere proprio lì, in quella parte della prefettura di Kanagawa, nello Shōnan. E i flussi di coscienza con i pensieri di Kazuki espressi come fossimo lei e che trasmettono il suo disagio, la sua confusione, l'incertezza, la rabbia, la paura, l'incoscenza, tutto. 

 

E poi c'è la descrizione di un'ambiente che incuriosisce, quello delle Bōsōzoku ( 暴走族 ) , le gang di bikers che sin dagli anni 50 erano presenti in Giappone, sebbene il picco si ebbe proprio in quei primi anni 80. Le dinamiche vengono mostrate senza essere troppo opprimenti, ma ci sono. Risulta ben chiaro come funzionassero le cose, i contatti di alcuni con la yakuza, le droghe che giravano, l'incoscenza di molti gesti a partire dall'attraversare col rosso ai semafori fino all'affrontare soli le minacce di chi amava solo fare risse, le bravate più o meno gravi, i problemi con la polizia, la preoccupazione dei genitori e della comunità tutta, quanto disagio arrecassero. Si percepisce la pericolosità di quella vita che molti decisero di intraprendere, o in cui vi si ritrovarono invischiati invitati da amici, come risposta ad una condizione di disagio giovanile, soprattutto all'interno delle famiglie. Quello ero un modo per esprimerlo ribellandosi al mondo degli adulti che sentivano lontano e che o non li amava o non riusciva a capirli.


 

Taku Tsumugi sembra aver voluto raccontare questa storia sia per tornare indietro con i ricordi alla sua di adolescenza ( classe 1964,  lo era intorno alla fine anni 70 inizio 1980 ) che per trasmettere dei messaggi importanti. La sottocultura Bōsōzoku aveva il suo fascino, ma attraverso Hot road viene mostrata l'incoscienza di chi vi si approcciava e come si sottovalutassero certe situazioni rischiose che non solo potevano portare alla prigione, ma addirittura alla morte. Il messaggio principale secondo me è la cura che si deve avere per la propria vita e per quella di chi si ama. E la voglia di comprendersi, e lo sforzo di mettersi nei panni dell'altro. Ma Kazuki è troppo giovane, cresciuta senza un padre e con una madre che non sa comunicare con lei, pensa non sia desiderata, che sia di troppo. Il suo punto di vista è egoistico, ma anche la mamma ha le sue responsabilità. La capirà fortunatamente e inaspettatamente anche grazie a quello scapestrato di Haruyama. Haruyama che sembra non ascolti ma lo fa, che inizia a sentirsi fragile quando capisce che lei è importante per lui, e la cosa non gli piace. Che pur volendo continuare a fare il menefreghista ha a cuore il bene della ''sua donna'. Non dico di più per non svelare troppo.


Come dice una dei comprimari di questa storia i due ragazzi si trovano ed entrambi hanno il dono di percepire la bontà nelle persone. Ma hanno percepito anche il loro dramma personale, quel dolore comune, quel desiderio di sentirsi preziosi per qualcuno. 


I pensieri, le ossessioni, i sentimenti descritti in questo manga sono molto realistici. Alcuni chi ha vissuto una crisi adolescenziale, ma anche solo i primi batticuori di quell'età, li riconosce senza dubbio. Anche piccole cose. Ad esempio a quei tempi c'era una colonia della Shiseido in Giappone che andava di moda, Tactics , Kazuki la sente su Hiroshi e quindi diventa subito familiare per lei, lui è anche il profumo di Tactics, anche quello le manca quando lui non c'è. Io ricordo che insieme alle mie amiche cercavamo di sapere che profumo usava il ragazzo che ci piaceva e se potevamo con la paghetta lo compravamo o ce lo facevamo regalare anche se era da uomo. Poi ci facevamo dei finti tatuaggi con la punta del compasso e la biro con le iniziali o il nome del lui del nostro cuore proprio come fa Kazuki, anche se il suo gesto avrà una doppia valenza. Volevamo sapere dove fossero quando non li vedevamo insieme alla nostra comitiva di amici, ma per l'imbarazzo non chiedevamo notizie e allo stesso tempo stavamo con le orecchie tese a carpire discorsi che ci dessero informazioni.

 

Il dramma scorre nelle pagine, ma l'incontro di questi due ragazzi, e delle loro solitudini, fa scattare inevitabilmente la tenerezza, si empatizza sia con loro che con i genitori, e anche con gli insegnanti laddove cercano di capire e aiutare per quanto possono. Si assiste a cose spiacevoli come la discriminazione e il bullismo, ma anche alla solidarietà e all'amicizia vera. 

 

Tutto ruota attorno al concetto di solitudine. E' presente sia negli atti che nei pensieri e nelle parole soprattutto di Kazuki.  Hiroshi dal canto suo si sente vivo andando in moto, desiderando quella del leader dei Nights, non gli importa quello che fa vuole essere indipendente da una famiglia dove pensa di essere considerato un figlio un pò di "serie B" e divertirsi per sentirsi bene. Si ossessiona ma poi non vuole che nessuno dipenda da lui. Si innamora di Kazuki, ma vuole che lei sia forte, riconosce quella forza anche nella fragilità, così come il coraggio, la premura per gli altri e il senso di giustizia e protezione che manifesta anche con lui, però non vuole avere qualcosa che lo limiti, la sensazione di non poter vivere più senza controllo, perché nella sua vita non esiste più solo lui e le moto, lo manda in crisi.

Ho adorato quando giocano a prendersi in giro ,  come dei bambini: "maiale!" "uovo crudo!" Si disprezzano pur essendo attratti l'uno dall'altro. Sono teneri anche per questo. Haruyama posa da duro come tutti, ma è diverso da altri membri delle gang di motociclisti,  ha dei gesti di premura notevoli. 

I protagonisti di questo manga decidono di vivere lontani dalla famiglia in risposta ad un disagio, mollano chi pensano non li desideri perché si sentono molto soli, ma finiscono per attaccarsi ad altro che non li faccia sentire tali e a perdere l'importanza della vita, a fare cose pericolose incuranti del pericolo, non vogliono pensare, non vogliono curarsi di nulla, vogliono credene di potersene fregare, perché così non sentono il dolore, è più facile non pensare, nemmeno alle conseguenze dei loro gesti. Ma quando qualcuno diventa importante per te cambia tutto, anche la tua vita diventa preziosa perchè se tu non ci fossi l'altro ne soffrirebbe. 


Forse mi ha toccato in modo particolare perché anche io ho avuto un periodo critico durante la mia adolescenza e ho avuto per alcuni anni una comitiva di amici in una zona di periferia della mia città e allo stesso tempo un'altra nel mio quartiere che oggi è stato "riqualificato", ma a quei tempi era un rione popolare in cui alcuni giovani erano molto vicini ad ambienti pericolosi anche senza fare parte di gang come quelle descritte dalla Tsumugi.
C'erano ragazzi affascinanti, ma problematici come Haruyama, con situazioni familiari infelici, che o giravano in moto o sugli scooter. Per me e le mie amiche già avere piercing, fumare e voler fare qualche ora più tardi alla sera era una ribellione, ma molti di loro non avevano genitori presenti e non ancora maggiorenni vivevano la notte e facevano cose pericolose. Ricordo le voci su chi non si vedeva in giro da un pò, o su qualche genitore che era finito tra le sbarre. Io a quei tempi mi innamorai di un ragazzo che Haruyama mi ha ricordato molto per le fattezze, anche lui piccolo e magro e con un taglio di capelli simile e i lineamenti fini, dolce, ma complicato, con un pessimo rapporto col padre. Si era invaghito di me a tal punto che un giorno in discoteca arrivò con una stella rasata sulla testa e dentro l'iniziale del mio nome disegnata con della tinta colorata, però quando io mi avvicinai troppo a lui e lui si mostrò fragile, al contrario di Hiroshi, mi lasciò. E io ancora ricordo dopo tanti anni le lacrime che versai inginocchiata davanti al letto della mia cameretta con la faccia appoggiata al cuscino. Avrei voluto aiutarlo, amarlo, ma lui non me l'ha permesso, mi fece tutto un discorso pieno di sentimento, ma decise di tenermi lontana, ero troppo una brava ragazza.

Non tutti hanno avuto adolescenze complicate, però chiunque può capire i ragazzi di questa storia e provare tenerezza per loro. E allo stesso tempo provare un pizzico di nostalgia e la stessa tenerezza anche per i ricordi che si hanno in comune con loro. Per questo penso che sia una storia rimasta nei cuori di molti giapponesi, e che può rimanere anche nel nostro.  

Con Hot road ho fatto le ore piccole per finirlo, come spesso mi capita quando leggo un manga o un libro che mi prende di notte. E alla fine ho messo su il cd del compianto Yutaka Ozaki e ho ascoltato, come nei titoli di coda del film, la canzone "Oh my little girl"  . E sono scese le lacrimucce. 

Kazuki e Hiroshi rimarranno sempre nel mio cuore. 

E' uno shoujo manga anni '80 che va letto secondo me. Una piccola perla che spicca in mezzo al resto della produzione di quegli anni. Che mostra uno spaccato di vita della gioventù giapponese con i suoi codici di ribellione e narra al contempo una dolce e problematica storia d'amore.


Le strade blu
al sorgere del sole,
i fanalini rossi,
i profili di spalle,
sottili, che si allontanano.
Ancora una volta,
vorrei poter incontrare i ragazzi di allora…
ancora una volta…
 


Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...