14/01/18

La mostra “Mangasia: Wonderlands of Asian Comics”


Mangasia è stata inaugurata lo scorso Ottobre e terminerà tra pochi giorni, il 21 Gennaio. Io ho temporeggiato ma alla fine sono andata a visitarla e devo dire che è stata una bella esperienza.


Avevo dei dubbi sul fatto che mi avrebbe soddisfatto perchè c'era il rischio che un tema così vasto fosse esposto in maniera superficiale, e che le opere presenti non fossero tutte interessanti per me. 
Essendo però una prima mondiale, avendo come curatore Paul Gravett e anche la promozione del Barbican mi sono decisa. E ne è valsa la pena. Sono rimasta immersa nel mondo dei fumetti asiatici per ben 3 ore senza che nemmeno me ne accorgessi, in un orario ( le 14 ) in cui c'era poca affluenza e quindi ho potuto osservare e leggere per bene ogni cosa. Sono uscita arricchita e ancora più affascinata dai manga e non solo. 
Ignoravo che esistesse una storia del Giappone in manga ( nihon no rekishi, più di 50 volumi ) di Ishinomori Shotaro, e anche la serieTV della NHK Manben ( tra i protagonisti anche Hagio Moto, Shimizu Reiko e Ikegami Ryōichi ) . Ho conosciuto opere che vorrei leggere e sono rimasta molto colpita dalla storia di quegli artisti che hanno utilizzato il manga come mezzo di denuncia sociale anche in situazioni in cui rischiavano di essere puniti ( Park Kun-woong col suo Flower raccontando i disastri della guerra di Corea ), oppure per raccontare la storia recente di un paese come la Cina ( Sanmao di Zhang Leping e Fuichin-san di Ueda Toshiko ) che ha attraversato molti cambiamenti drammatici. Conoscevo manga che narravano l'orrore delle bombe nucleari, ma ripensarci vedendo le tavole di Nakazawa Keiji o di Kōno Fumiyo mi ha commosso.

Fuichin-san
Gen di Hiroshima (はだしのゲン Hadashi no Gen)
Kono sekai no katasumi ni di Kōno Fumiyo
Ancora di più poi ho capito la fatica e l'accuratezza che si nasconde dietro ogni singola pagina di un manga, in particolar modo i più complessi a livello di storia e/o composizione e dinamicità delle tavole. E torno nuovamente a leggerli con la meraviglia e consapevolezza di quando ho cominciato a sfogliarli più di 20 anni fa. Perchè con tempo un pò si perde.
Negli ultimi anni si parla sempre più di manga anche nel nostro paese, le nuove generazioni hanno accesso a un mercato più vasto rispetto agli anni 90, e le fiere come Lucca Comics e Romics hanno un buon successo, quindi temevo che la parola MANGA del titolo fosse utilizzata come attrattiva verso qualcosa che non fosse poi così ricco di esempi giapponesi, considerato che le opere esposte provengono da Giappone, Corea del Nord, Corea del Sud, India, Cina, Taiwan, Hong Kong, Indonesia, Malesia, Filippine e Singapore, Buthan, Cambogia, Timor Est, Mongolia e Vietnam. 
Takemiya Keiko su June
Ma al contrario di quanto pensassi ci sono molte tavole, illustrazioni e volumi giapponesi. Anche se non abbastanza per me, che da amante di shoujo e josei avrei voluto vedere più opere di autrici rappresentative del manga per ragazze e per donne adulte. Ma volevo troppo, del resto è solo al 50% dedicata ai manga.
Mi ha comunque piacevolmente sorpreso la sezione in cui erano presenti manga BL,  yuri,  e con scene di sesso piuttosto hard ( in piccole sale ricavate da quella principale e con divisori di carta verticali tipo noren per evitarne la visione ai minori ) in cui si è affrontato il tema della censura e della sessualità , così come mi è piaciuta molto la sezione dedicata agli yokai e alle favole e leggende utilizzate come tema per i fumetti in generale.
Mi sono anche gustata 1h e mezza di video della NHK tratti dalla serie Urasawa Naoki's Manben sottotitolati in inglese in cui si potevano vedere intervistati e all'opera mangaka come Higashimura Akiko ( autrice di Kuragehime ) e Fujita Kazuhiro ( di lui devo recuperare la serie The Black museum assolutamente! ). Ho capito che il bianchetto è davvero il migliore amico di un mangaka!Specie Fujita ne usa tantissimo perchè lui passa dalla composizione schizzata delle tavole ai disegni inchiostrati senza farli prima a matita. Ed è sorprendente! 


Questi video e il modo il cui è stata raccontata questa arte sono la cosa che ho apprezzato di più, al di là di quante più opere giapponesi avrei voluto vedere presenti. Così come ho apprezzato l'allestimento fatto tra le altre cose con pannelli di carta washi e la scelta di oggetti a complemento come la statuina buddista,  le lanterne per la sala in cui si parlava di yokai e l'aver portato anche dipinti recenti e la scultura gonfiabile “Taking a Ride on the Spirit Boat” di Aya Takano ispirata ad un rituale giapponese, e poi riviste manga allineate e altro. Sono rimasta affascinata anche dal kavaad,  una scatola di legno fatta di vari pannelli e dipinta con disegni che raccontano storie della mitologia indiana, e dal video con i racconti diversi di una stessa storia dei protagonisti perchè è stato anche uno spunto di riflessione.

In conclusione, questa mostra penso che sia molto istruttiva per chi non conosce i manga e che ben rappresenti questa forma di espressione e di comunicazione artistica, non tralasciando nemmeno il suo aspetto educativo, non solo quello di intrattenimento. Per gli appassionati di manga sarà comunque un arricchimento, come lo è stato per me. E dovrebbe andarci anche chi denigra i manga e i fumetti in generale pensando che siano solo per bambini e adolescenti e che gli adulti acquistino ( specialmente in Giappone ) solo manga con storie "hot" per vivere magari le loro perversioni. 
Si vede che “Mangasia: Wonderlands of Asian Comics”  ha un' impronta internazionale ed è nata grazie a grande passione e penso all'ambizione di dare una visione quanto più ampia possibile sull' argomento. Se così fosse l' obiettivo secondo me è stato raggiunto e io li ringrazio per gli sforzi fatti!


Sito ufficiale Mangasia del Palazzo delle esposizioni QUI
Altre foto della mostra scattate durante la visita di seguito :


08/01/18

Mostra Waki Yamato e film Haikara-san ga Toru p.1

Il 2016 ha segnato il 50° anniversario della carriera di Waki Yamato, una delle più famose mangaka giapponesi che mi piace moltissimo, e già a giugno di quell' anno a Tokyo ( Ikebukuro ) ci fu una grande mostra in suo onore ( QUI su natalie.mu un articolo con molte foto ) che io però mi persi. Baka me! >_<



Per fortuna gironzolando su Instagram sono riuscita a sapere per tempo di un'altra mostra dedicata a lei in occasione dell' uscita del primo film di animazione di Haikarasan ga tooru  ( Mademoiselle Anne ) :
「『はいからさんが通る』展 ~大正▽乙女らいふ×大和和紀ワールド!~」
“Haikara-san ga Toru: Taisho Girls × The World of Waki Yamato!”


Così trovandomi a Tokyo lo scorso Novembre, una mattina, armata di smartphone per orientarmi, sono andata a visitarla. Da dove alloggiavo era vicino e ci sono andata a piedi, ma avevo un indirizzo sbagliato su mappe e sulle prime non ero riuscita a trovare lo Yayoi museum. Ero sola soletta in mezzo a delle normalissime case e solo facendo altre velocissime ricerche su instagram alla fine sono riuscita a raggiungerlo. Dovevo andare assolutamente a quella mostra! Solo in quella giornata mi sarebbe stato possibile, quindi ce la misi davvero tutta!
Arrivai poco dopo l'apertura, foto di rito all'ingresso, poi giro nel piccolo shop per vedere cosa c'era come merchandise ( molto poco sigh! ) e mostra. 


Era decisamente più piccola rispetto a quella del 2016, ma ugualmente emozionante. Perchè c'erano tavole originali da poter guardare da vicino, poi vestiti originali e persino una bicicletta delle ragazze dell' epoca ( Taishō 1912-1926 ) in cui è ambientato il manga, e ancora foto che mostravano come la Yamato abbia fedelmente rappresentato la cultura di quel periodo storico, e inoltre illustrazioni a colori e due cartonati per fare una foto ricordo ( purtroppo non c'era Shinobu ri- sigh! ).


07/01/18

GIVEN di Kizu Natsuki : prime impressioni

Anno nuovo e ho fatto qualche cambiamento al blog.
Ho approfittato delle feste natalizie anche per fare un pò di acquisti manga perchè non andavo in fumetteria da ottobre. E ho anche letto qualcosina finalmente! 

Ho voluto comprare per curiosità GIVEN di Kizu Natsuki, uno shounen-ai, perchè tempo fa lessi opinioni entusiaste sul web da parte delle fans del genere e perchè si parla di musica. Da anni non leggevo manga con storie d'amore tra uomini. Mi è piaciuto molto New York New York e mi ha divertito leggere Yami no Matsuei ( che nervi lo hiatus in Giappone ) , poi ho letto e devo finire Loveless e Banana Fish , e recuperare Zetsuai, Kizuna ( un pò vintage ),  Antique Bakery, e Twittering Birds Never Fly, ma non molto altro perchè non sono attratta dalle relazioni omosessuali in particolare, mi devono prendere la storia e i disegni, oppure deve essere un esempio rappresentativo di un certo periodo storico-culturale in Giappone.
Ricordo che fui tentata dalle storie disegnate da Higuri You e Shimizu Yuki molto tempo fa, ma ho lasciato perdere. Un pò anche perchè ho accumulato talmente tanto che non sono andata ad approfondire le ultime uscite BL.
Ho notato che negli ultimi anni il pubblico femminile che apprezza il genere è molto cresciuto.
Di GIVEN, a prescindere dalla sessualità dei protagonisti, mi ha incuriosito la storia e il contesto e ho deciso di leggerlo subito per farmi un'opinione e vedere se continuarlo oppure no visti i miei problemi di spazio. Ma un volume solo non mi fatto capire molto se non che non so se voglio approfondire la dolorosa storia di Mafuyu. Il fatto che si parli di una perdita in questo momento non mi esalta proprio, anzi, mi frena. Ma mi piacciono molto i disegni, le dinamiche tra i personaggi sono simpatiche, e Uenoyama ha un carattere per certi versi irruento che si bilancia perfettamente con quel fare mite e misterioso dell'altro protagonista dalla voce che lo ha scosso così tanto. Mi attira anche molto vederli crescere come band e leggere di tutto quel che ruota intorno al mondo di chi sogna ai tempi della scuola di fare musica a livello professionale, di esibirsi in pubblico e il feeling tra i membri di una band. Come per  Come dopo la pioggia di Mayuzuki Jun mi darò il tempo di un altro paio di volumi per decidere.




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