Sussurri - silent voice è stato un recupero istintivo, di quelli che non ci pensi due volte e di cui sono molto contenta. Ne avevo proprio bisogno in questi giorni in cui i manga mi stanno aiutando a distrarmi e non pensare a cose tristi.
Non mi ero quasi accorta della sua uscita, ma quando ho notato l'ultimo volume di questo manga josei mi ha colpito per il tema che tratta utilizzando l'elemento soprannaturale del dono di sentire le voci delle cose, degli animali e del cuore delle persone e anche per il tratto della Fujitani che è delicato ed espressivo.
Comunicare senza paura i propri sentimenti e aprirsi alla comprensione, non pensando già come qualcuno si comporterà o la penserà in un dato momento, o cosa accadrà prendendo delle decisioni non è cosa facile. Capita piuttosto che ci costruiamo intorno delle barriere protettive per non lasciare che le persone o gli eventi ci feriscano.
Io stessa ho fatto così e lotto costantemente tra la mia natura e la paura o la convinzione che arriverà l'ennesima delusione. Ecco perchè questa storia mi ha attratto da subito e mi ha coinvolto ed emozionato molto durante la lettura. Al 6° ed ultimo volumetto ( uscito il mese scorso ) mi sono proprio commossa. Stavo per piangere sia per Koji che per Daichi. Ho empatizzato molto con loro due. Anche se non sono di indole introversa ( tutt'altro ) da adolescente a scuola anche se sapevo "mimetizzarmi" alla fine mi sentivo diversa dai miei compagni.
Koji inizia un rapporto di amicizia col piccolo Daichi perché il lui
rivede il sé stesso del passato, perché anche se hanno 10 anni di
differenza di età, sono simili e insieme non sono soli. Ma entrambi
devono evolvere e affrontare quel che verrà legato al loro dono in
maniera distinta. E Koji solo crescendo e superando i traumi del passato
potrà essere un sempai per il piccolo amico. E anche vivere finalmente
una vita più piena, dei rapporti di amicizia più sinceri e anche il suo
primo vero amore!
È stata una deliziosa storia. Positiva, delicata ma intensa al tempo stesso.
La Fujitani è più conosciuta per i suoi lavori nel genere yaoi ( che m'incuriosiscono se sono sviluppati anche psicologicamente in questo modo ), ma questo manga del 2010 edito da Flashbook è stato davvero una piccola perla che conserverò con cura.
È stata una deliziosa storia. Positiva, delicata ma intensa al tempo stesso.
La Fujitani è più conosciuta per i suoi lavori nel genere yaoi ( che m'incuriosiscono se sono sviluppati anche psicologicamente in questo modo ), ma questo manga del 2010 edito da Flashbook è stato davvero una piccola perla che conserverò con cura.
TRAMA
Kouji è un ragazzo pigro che frequenta le superiori e che vaga senza scopo nella vita. Un giorno incontra un bambino che dorme sotto l'ombra di un albero, in compagnia di un gatto e un cane. Presto si rende conto che quel bambino, Daichi, ha la sua stessa abilità di sentire le voci degli animali e oggetti. Kouji credeva di averla persa molto tempo fa, ma forse non è così.
Curiosità sui bambini e le divinità in Giappone:
In questo manga Koji perde la sua capacità verso gli 8 anni e quello che accadrà sia a lui che a Daichi è legato a delle credenze giapponesi che risalgono a prima dell'era Meiji secondo cui i bambini erano considerati come ponti tra gli uomini e le divinità ( Buddiste ma soprattutto Shintoiste - secondo cui anche le cose avrebbero uno spirito ) e per questo avevano ruoli importanti nelle cerimonie religiose. Dal 12° al 15° secolo si riteneva fossero più vicini alle divinità rispetto agli adulti perché vivevano in uno stato particolare tra il sacro e il mondano , erano doni del divino. Forse perché il tasso di mortalità infantile era molto alto.
Un detto del periodo Edo ( 1603 - 1868 ) poi recita: "nanatsu no made wa kami no uchi" [ prima dei 7 tra le divinità ]
E tutt' oggi il 15 di Novembre in Giappone si celebra la cerimonia Shici-Go-San 7-5-3 le età più importanti nello sviluppo di un bambino e festeggiate nei templi Shintoisti.
( fonte: QUI )
atmosfera da ShiciGoSan presso un santuario shintoista ad Osaka :) |
☆ Di seguito invece una mia piccola riflessione sfogo nato dalla lettura che mi sentivo di esternare qui sul blog: