31/01/19

manga del kokoro: Fushigi Yugi Genbu kaiden


Leggo manga ormai da più di 20 anni, alcune mie coetanee sono sorprese quando glielo dico e sono portate a pensare che sia solo "roba da adolescenti" e che non possa essere come leggere un romanzo.

Delle volte alcune storie sono veramente molto leggere e mi fanno passare solo il tempo divertendomi e basta, con poco coinvolgimento, poi però ce ne sono altre che ti prendono nella lettura, i cui personaggi escono fuori virtualmente da quelle pagine e che ti toccano anche a livello emotivo più profondo. Come è stato ora per Fushigi Yugi special, che ho ripreso in mano a distanza di 10 anni da quando mi ero fermata dopo il primo lungo stop sian in Giappone che da noi. La serializzazione si è conclusa nel 2013, dopo 10 anni piuttosto travagliati per l'autrice Watase Yuu.
Il mondo di Fushigi Yugi ha sempre avuto un posto speciale nel mio cuore perché ho iniziato a conoscerlo negli anni 90 quando internet era agli inizi e ancora non era uscito il manga da noi in Italia. Una ragazza comune che, quasi come ne La Storia Infinita, entrava attraverso le pagine di un libro in un mondo magico parallelo e scopriva l'amore, rafforzava un'amicizia e diventava una sacerdotessa che combatteva per salvare un paese crescendo anche come persona, beh, aveva una forte  attrattiva per me, oltre al fatto che amavo il suo tratto. Ricordo le stampe a colori prima di poter comprare un artbook, le traduzioni fatte da fans ( ancora le scans non c'erano! ) e i volumi giapponesi comprati all' Expocartoon! Quando la Panini lo annunciò nel 2001 , anche se con volumetti che ne hanno raddoppiato la lunghezza,  io ero quindi al settimo cielo dalla felicità!
Tornando a Fushigi Yugi genbu kaiden ( ふしぎ遊戯玄武開伝 ) , si nota, rispetto al primo Fushigi Yugi ( che io ho adorato a suo tempo - anche l'anime! ) , la maturità della Watase e anche come sia riuscita a rimanere fedele alla sua idea originale regalando momenti romantici come ci si aspetta da uno shoujo , ma soprattutto una bella e avvincente avventura , un viaggio di formazione per la protagonista e di evoluzione per tutti i personaggi, chi più chi meno. E anche una riflessione sul tema della vita e della morte.
ultimo volume in italiano
Per quest'ultima cosa mi trovo oggi a rubare del tempo a cose più serie a cui dovrei dedicarmi per parlarne. Perché voglio fissare su queste pagine la mia reazione a caldo dopo aver letto il 12° e ultimo volume. Dopo aver letto un finale e una postfazione dell'autrice che mi ha scosso profondamente.
Mi ha scosso perché proprio da pochi giorni una persona cara, un parente, ci ha lasciati, in uno di quei modi che non ti danno nemmeno il tempo perché tu possa aspettarti che sopraggiunga la morte, semplicemente arriva una telefonata, poi un'altra e questa persona non c'é più. E a te sembra solo un incubo, aspetti di svegliarti e capire che si trattava di un brutto sogno.
I miei pensieri nel cercare di superare questo ennesimo lutto si sono rispecchiati in parte nelle pagine di questo manga, che mi sono decisa a rileggere inconsapevole del tema centrale della sua storia.
Appena ho letto uno dei talk della Watase e una scena in cui Rimdo ( il protagonista maschile principale ) deve affrontare una seconda grande perdita che lo lascia sconvolto e nella disperazione è come se avessi condiviso il mio dolore e i miei pensieri con loro. E alla fine ho riflettuto sulla perdita e sulla vita, insieme e grazie anche a loro. E' stato un piccolo ulteriore supporto.

Un pò come scrive Francois Cheng nel suo Cinque meditazioni sulla morte. Ovvero sulla vita” che mi ha catturato lo sguardo giorni fa in una libreria:
"La vita genera la vita, senza fine": recita così l'antichissima massima cinese che Francois Cheng ha calligrafato sulla copertina del libro. In quei caratteri che "tuonano come colpi di cembalo" una sapienza plurimillenaria ci trasmette intatto il senso del nostro essere qui e ora. Noi viventi ci aggiriamo nell'indissolubile reame di vita e morte, ma l'unico modo per dire pienamente sì alla vita è lasciare che la morte si riveli come la nostra dimensione più segreta e personale, il nostro bene più prezioso. Ecco perché dobbiamo disporci a «integrare la morte nella nostra visione»"

Non ci si deve soffermare solo sulla morte, ma pensare alla vita, che è, che è stata, che è stata donata e a come la si è vissuta e si intende viverla. E' solo il nostro dolore personale, la mancanza e le conseguenze della perdita a renderla straziante. Ma come dice anche il Premio Nobel arcivescovo sudafricano Desmond Tutu ne Il libro della gioia , possiamo affrontare la sofferenza in un modo che ci nobiliti e non ci amareggi. Soffrire senza inaridirci, struggersi senza distruggerci.



E la Watase oltre a parlare di amore, fede e fedeltà, ha ideato proprio una storia che a più riprese integra la morte nella visione di questa avventura della sacerdotessa di Genbu e pone l'accento sulla pienezza con cui tutti i protagonisti finiscono per vivere la loro vita, o la sacrifichino per proteggere quella di altri.

Chi ci è caro vorrebbe solo che continuassimo a vivere pienamente la vita e il legame con loro non si spezzerà mai. Loro sono davvero connessi con noi nel nostro cuore, che è la porta delle nostre anime.  E anche questo messaggio viene veicolato tramite le pagine di questo manga. Che come dicevo è anche una storia di formazione.
Takiko comincia la sua avventura incentrata su se stessa, sulla sua apprensione per la madre e la rabbia per la solitudine data dall'assenza del padre scrittore in un Giappone dell'epoca Taishō ( 1912 - 1926 ), a cui si aggiunge la tristezza per un amore non ricambiato. Lei si sente rifiutata e impotente di fronte alla morte della madre. Il viaggio nel mondo dello Shijintenchisho le farà capire quali sono le cose che può fare, quello che può donare agli altri, l'amore profondo e l'amicizia. E capirà quel padre assente, come anche altri protagonisti scopriranno delle verità sul loro passato che cambieranno le loro vite. Tutte vite che conoscono la sofferenza. Ma che la supereranno e impareranno a vivere più pienamente proprio compiendo il loro destino di guerrieri celesti.

Il tutto si svolge in 12 volumi senza dilungarsi troppo come pare si usi fare negli ultimi anni con alcuni fantasy. Con un finale coerente e che non ha voluto compiacere a tutti costi i suoi fans che lo avrebbero sicuramente voluto più simile alla storia precedente.
Io l'ho trovato davvero un manga shoujo fantasy ben strutturato e ben sviluppato e che consiglio di leggere in qualsiasi momento. 

Io ho trovato questo e per me è stato il momento migliore. 


Grazie Watase sensei! :)



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